lunedì 2 febbraio 2015

Dalla sfera al cubo


Secondo il simbolismo geometrico la "solidificazione" del mondo può essere rappresentata come un passaggio graduale dalla sfera al cubo; la sfera è la forma primordiale in quanto è la meno "specificata" di tutte perché simile a sé stessa in tutte le direzioni, sicché in un movimento di rotazione qualsiasi intorno al proprio centro, tutte le sue posizioni successive sono sempre rigorosamente sovrapponibili l'una all'altra.
Si tratta perciò della forma più universale, contenente in qualche modo tutte le altre le quali ne trarranno origine per differenziazioni effettuantisi secondo alcune particolari direzioni.
È importante dire che tale stato primitivo, per quanto riguarda il nostro mondo, appartiene propriamente all'ambito della manifestazione sottile perché la forma sferica perfetta non si trova mai realizzata nel mondo corporeo.
Come esempio abbiamo il movimento dei corpi celesti, che non è rigorosamente circolare ma ellittico: l'ellissi costituisce una prima "specificazione" del cerchio, per sdoppiamento del centro in due poli o fuochi, secondo un determinato diametro che assume una funzione assiale.
Il cubo è al contrario, la forma più "immobile" di tutte, cioè quella che corrisponde al massimo di "specificazione".
La forma cubica corrisponde altrettanto bene alla fine del ciclo della manifestazione, ovvero a ciò cui noi abbiamo dato il nome di "punto di arresto" del movimento ciclico.
Tale forma è perciò in qualche modo quella del "solido" per eccellenza e simboleggia la "stabilità".
Questa stabilità non è e non può essere nient'altro che l'immobilità pura e semplice, la cui immagine più vicina nel mondo corporeo ci è fornita dal minerale, e se potesse essere interamente realizzata sarebbe nel punto più basso, il riflesso capovolto di quel che è nel punto più alto l'immutabilità principiale.
L'immobilità rappresentata dal cubo si riferisce dunque al polo sostanziale della manifestazione, così come l'immutabilità, nella quale sono comprese tutte le possibilità nel loro stato "globale" rappresentato dalla sfera, si riferisce al suo polo essenziale (secondo la tradizione islamica la sfera si riferisce  allo spirito ( Er-Rúh) o alla Luce primordiale); è per questa ragione che il cubo simboleggia inoltre l'idea di base o di fondamenta che corrisponde precisamente al polo sostanziale.
Nella Cabbala ebraica la forma cubica corrisponde, fra le Sefiroth, a Iesod, che è infatti il "fondamento":
Secondo la tradizione indù tale forma è legato al chakra di base o muladhara; ciò è similmente in rapporto con i misteri della Kaabah nella tradizione islamica; nel simbolismo dell'architettura il cubo è propriamente la forms della "prima pietra" di un edificio, vale a dire la pietra di fondamento posata a livello più basso sulla quale riposerà tutta la struttura dell'edificio assicurandone la stabilità.
I tre assi che formano la croce a tre dimensioni debbono essere considerati come tracciati a partire dal centro di una sfera la cui espansione indefinita riempie l'intero spazio e i tre piani che determinano tali assi passano necessariamente ped questo centro che è l'origine di tutto il sistema di coordinate. Si viene a stabilire la relazione esistente tra le due forme estreme della sfera e del cubo, relazione nella quale ciò che era interno e centrale nella sfera si ritrova in qualche modo rovesciato per costruire la superficie o l'esterno del cubo.
La tradizione estremo-orientale designa la Terra (Ti) in correlazione con il Cielo (Tien): le cui forme sferiche o circolari sono ricondotte al Cielo e le forme cubiche o quadrate alla Terra, nella dottrina indù sono gli equivalenti di Purusha e di Prakriti, vale a dire che sono soltanto un'altra espressione dell'essenza e della sostanza.
Con queste forme geometriche si riconducono al Cielo e alla Terra anche gli strumenti che servono a tracciarli rispettivamente il compasso e la squadra, tanto nel simbolismo della tradizione estremo-orientale quanto in quello delle tradizioni iniziatiche occidentali:
In certe raffigurazioni simboliche il compasso e la squadra sono posti rispettivamente nelle mani di Fo-hi e di sua sorella Niu-kua, così come, nelle figure alchemiche di Basilio Valentino, essi sono posti nelle mani delle due metà maschile e femminile del Rebis o Androgino ermetico (passivo-femmile-cubo-terra-squadra e attivo-maschile-sfera-cielo-compasso).
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" R.Guenon

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