mercoledì 30 settembre 2015

I due triangoli principali dell'Archeometra

I due triangoli principali da considerare nell'Archeometra sono:
1° Il triangolo eretto, con i colori giallo, blu e rosso: è  chiamato il Triangolo del Verbo e della Terra del Principio e dell'Immanazione dei Viventi in Lui; esso corrisponde al nome di Gesù.
2° Il triangolo capovolto,  con i colori verde, violetto e arancione; è chiamato il Triangolo delle Acque Vive, delle Origini o della Rifrazione del Principio Eterno nell'Embriologia Temporale; corrisponde al nome di Maria.
Il Triangolo della Terra del Proprio o della Terra  Celeste (Swargabhumi), corrisponde alla Montagna che è il centro del Mondo (il Méru), il cui vertice è  il soggiorno d'Ishwara (Manâ-Dêva), nella sfera di Sani o di Saturno.
Il diametro verticale è  l'asse nord-sud del Mondo che va dal vertice del Mèru  (Polo Nord, solstizio d'inverno o Capricorno, domicilio di Saturno) in fondo all'Abisso  delle grandi Acque (Polo sud, solstizio d'estate o Cancro, domicilio della Luna).
La linea orizzontale rappresenta la superficie dell'Oceano delle grandi Acque  (serbatoio delle possibilità o passività universale); il Mèru si riflette in questo Oceano in mezzo al quale si eleva.
Il triangolo della Terra eretto rappresenta in questa figura l'elemento attivo (il Verbo) e il triangolo dell'Acqua capovolto rappresenta l'elemento passivo (Maria o Mâyâ); questi due triangoli formano il segno della Creazione  (senario); il triangolo passivo è  il riflesso del triangolo attivo, quello che esprime la legge dell'analogia formulata da Ermete: quello che è  in alto è come quello che è in basso, ma in senso inverso.
Il triangolo capovolto è il simbolo dello Yoni, l'emblema femminile; al contrario, il triangolo eretto è simbolo maschile analogo al Linga.
Tratto da "L'Archeometra" di René Guenon

lunedì 28 settembre 2015

L'Archeometra corrispondenze tra pianeti, colori, metalli.


L'Archeometra, dal greco il suo significato è misura del Principio, è il monumento più ammirevole, nel campo dell'Esoterismo, che sia mai stato elevato alla gloria del Verbo Universale.
È uno strumento sintetico applicabile a tutte le manifestazioni del Verbo, che permette di ricondurre tutte al loro Principio comune e di rendersi conto del posto che esse occupano nell'Armonia Universale; è in una parola un relatore ciclico, codice cosmogonico di alti studi religiosi, scientifici e artistici.
Niente nell'Archeometra è arbitrario: i diversi elementi vi si trovano posti in modo rigorosamente matematico...
La sintesi che esso comporta non può essere  espressa in un sistema qualsiasi che sarebbe necessariamente una formula chiusa.
È  una chiave sintetica che permette di determinare il valore intrinseco di ogni sistema filosofico, scientifico o religioso e di riallacciarlo all'Albero universale della Scienza o della Tradizione.
La base numerica dell'Archeometra è il duodenario,  sebbene questo duodenario sia generato da un ternario.
Esso è composto da diverse zone concentriche di corrispondenti che mostrano i rispettivi rapporti dei colori, dei pianeti, dei segni zodiacali, delle note musicali, dei caratteri alfabetici e infine,  dei numeri.
La parte centrale della figura rappresenta quattro triangoli equilateri intrecciati inscritti in un cerchio, e formano dodici vertici o punti ad ognuno corrisponde un determinato colore.
Al primo triangolo corrispondono i tre colori fondamentali così disposti: il giallo al vertice, il blu a destra della base e il rosso a sinistra.
Al secondo triangolo capovolto corrispondono i tre colori intermediari formati dal miscuglio dei colori fondamentali due a due e così distribuiti: il violetto (rosso + blu), al vertice; l'arancione  (rosso +giallo) a sinistra; infine a destra il verde (giallo+blu).
Negli altri due triangoli disposti ugualmente in modo simmetrico rispetto ai primi due e i cui vertici occupano i punti mediani, corrispondono altri colori intermediari sempre prodotti dalla mescolanza, due a due di colori immediatamente vicini.
Al centro c'è  il bianco, sintesi di tutti i colori; è  la regione dell'Unità principiale.
Al di fuori dei diversi cerchi che costituiscono l'Archeometra è  presupposto il nero che è  l'assenza di ogni luce e di conseguenza di ogni colore: è  la regione delle Tenebre Esteriori.
I quattro triangoli di cui parliamo sono quelli dei quattro elementi: il primo, il cui vertice è in alto, Terra: il secondo, il cui vertice è in basso, Acqua; il terzo, il cui vertice è a sinistra, Fuoco; il quarto, il cui vertice è a destra, Aria.
I dodici segni dello Zodiaco corrispondono tre a tre ai quattro elementi presi nel seguente odine: Fuoco, Terra, Aria, Acqua.
Questi dodici segni sono domicili dei sette pianeti; ogni pianeta ha un domicilio diurno e uno notturno, ad eccezione del Sole e della Luna che non hanno che un solo domicilio ciascuno.
Si vede che i triangoli del Fuoco e del'Aria contengono tutti i pianeti diurni, e che i triangoli della Terra e dell'Acqua contengono tutti i pianeti notturni; è importante notare che quest'ultimi sono esattamente i due triangoli principali.
Ogni pianeta è  situato di fronte al segno zodiacale nel quale esso ha il suo domicilio; considerando successivamente ciascuno dei pianeti nei suoi domicili, nei suoi rapporti con i colori, ecco le corrispondenze ottenute:  
Saturno notturno, nel Capricorno, Giallo.
Saturno diurno, nell'Acquario, Giallo-Arancione. 
Giove diurno, nel Sagittario, Giallo-Verde.
Giove notturno, nei Pesci, Arancione.
Marte notturno, nello Scorpione, Verde.
Marte diurno,  nell'Ariete, Rosso-Arancione. 
Venere diurna, nella Bilancia, Blu-Verde.
Venere notturna, nel Toro, Rosso.
Mercurio diurno, nella Vergine, Blu.
Mercurio notturno, nei Gemelli, Rosso-Violetto. 
Il Sole diurno, nel Leone, Blu-Violetto.
La luna notturna, nel Cancro, Violetto.
Ad ogni pianeta,  ad eccezione del Sole e della Luna, corrispondono due colori: sono i colori degli ossidi dei metalli che corrispondono agli stessi pianeti, ogni metallo avendo generalmente almeno due ossidi; d'altronde sono anche i colori della maggior parte dei sali degli stessi metalli.
Le corrispondenze dei metalli con i pianeti sono le seguenti :
Sole - Oro
Luna - Argento 
Saturno - Piombo 
Giove - Stagno 
Marte - Ferro
Venere - Rame
Mercurio - Argento-vivo
Queste corrispondenze date dall'Archeometra per i colori non concordano con quelle che si indicano comunemente.
Questa divergenza trae origine dal fatto che i colori dati dall'Archeometra si riferiscono piuttosto all'aspetto dei metalli stessi. 
Tratto da "L'Archeometra" di René Guenon 

venerdì 25 settembre 2015

Scala e Angeli nella simbologia onirica

La famosa scala di Giacobbe sulla quale gli angeli salgono e scendono, simboleggia l' ininterrotto collegamento con il regno degli dèi.
Gli sciamani, per esempio, durante l'iniziazione si arrampicata su un palo che essi sostengono li porti verso il cielo.
L'albero, il palo, la fune che utilizzano per arrampicarsi rappresenta il loro collegamento con il mondo degli spiriti.
Nel Tibet e nell'antica Cina i guaritori, gli uomini di medicina,  venivano chiamati 'Maestri della Corda', poiché erano gli unicia poter mettere in atto tale collegamento.
Erano gli unici a potersi arrampicare fino al cielo.
In alcuni luoghi si servivano degli alberi ma l'elemento comune stava nel simbolo di collegamento costante e continuo con i poteri divini dell'inconscio attribuito alla scala.
Si potrebbe afferma che il sogno stesso è  una scala perché ci collega con le profondità sconosciute della nostra psiche, ciascun sogno è  come un piolo della scala.

Il concetto di angelo è generalmente legato a un'esperienza miracolosa, nella quale percepiamo la presenza di un agente intelligente e al di sopra di noi che ci aiuta.
Gli angeli vengono anche ricondotti al concetto di 'doppio'.
 La maggior parte delle popolazioni non civilizzate ritiene che gli esseri umani, durante la loro permanenza sulla terra, siano scissi.
Una parte della loro personalità, la più importante, vive in mezzo ai boschi o, invisibilmente, li accompagna.
In certi momenti questo doppio invisibile si manifesta. Noi diremmo che è  la personificazione dell'inconscio.
Quando il doppio appare nella realtà, i primitivi lo vedono come sintomo di morte.
Quando accade che qualcuno si salvi in modo miracoloso, il primitivo pensa che a salvarlo sia stato il suo doppio.
È  evidente che il doppio e l'angelo  custode hanno molto in comune.
Vivere l'esperienza dell'angelo significa sperimentare dentro di sé l'esperienza di qualcosa di più intelligente e superiore al proprio Io, qualche cosa che decide del destino contro la volontà dell'interessato e lo porta a compiere azioni che egli non aveva previsto.
In alcune religioni tale esperienza si è trasformata nella credenza che esistono gli angeli, che ciascuno di noi ha il suo angelo custode, buono e protettivo, ma anche un angelo cattivo e seduttivo.
Essi simboleggiano la lotta fra i poteri semipersonificati dell'inconscio di cui non siamo responsabili.
Gli angeli venivano intesi come messaggeri di Dio.
L'uomo primitivo riteneva che Dio non potesse occuparsi di ogni cosa in prima persona, per cui gli angeli erano suoi delegati e badavano alle sue creature.
Gli angeli venivano molto spesso intesi come l'essenza personificata dei sogni perché anche i sogni possono salvare la vita. Si hanno talvolta sogni premonitori che se presi in considerazione possono impedire che succedano sciagure.
Non si può spiegare questo fenomeno, ma il nostro inconscio conosce molte più cose del nostro Io.
È  come se l'inconscio si espandesse all'esterno e cogliesse informazioni inaccessibili alla coscienza. A volte, perciò, i sogni contengono ammonimenti e informazioni su cose che di fatto la coscienza ignora.
Tratto da "Il mondo dei sogni " di Marie Louise von Franz

mercoledì 23 settembre 2015

L'impiccato come simbolo onirico



Impiccagione rappresenta, in generale,  una sorta di deificazione negativa. Dopo tutto il dio della civiltà occidentale è un impiccato.
L'impiccagione rappresenta il momento in cui un uomo assurge al regno spirituale e viene riconosciuto come dio, ma a discapito della realtà umana.
È come essere, per così dire, appesi in un'eternità dove la realtà umana è morta.
Per questa ragione, per esempio,  gli antichi Germani impiccavano i prigionieri in onore di Wotan.
Il vento che soffiava e li faceva oscillare sulla forca o sull'albero cui erano impiccati veniva visto come segno che Wotan, il dio spirituale, li stava conducendo a sé. 
Anche Cristo fu appeso, crocefisso, perché accusato di voler diventare il re dei Giudei.
Fu punito con una deificazione negativa: "Se vuoi essere il re dei Giudei, siilo! Ma in una forma negativa".
Essere appeso vuole anche dire trovarsi in uno stato di sospensione 'sospeso' è spesso sinonimo di 'appeso'.
Nei sogni di una donna vedere un uomo appeso significa possedere intelligenza maschile, coraggio e capacità di azione, ma tutto ciò è  sospeso.
Per quanto riguarda il sesso opposto vedere una donna appesa significa possedere qualità come dolcezza, comprensione ecc ma tutto ciò rimane sospeso.
Queste qualità non sono in contatto con la realtà.
Nel caso della donna, la sognatrice dovrebbe considerare seriamente la sua situazione e assumersene la piena responsabilità come farebbe un uomo.
Viceversa un sognatore di sesso opposto dovrebbe iniziare ad agire in maniera più dolce e sentimentale.
Due sono i fattori che determinano la sospensione e la condanna all'inattività delle qualità maschili o femminili di cui si è carenti: da una parte un atteggiamento sbagliato  le nei confronti della vita, dall'altra un'eccessiva identificazione con qualcun'altro come una madre o un padre ecc...
Tratto e adattato da "Il mondo dei sogni" di Marie Louise von Franz

lunedì 21 settembre 2015

La Stella come simbolo onirico


Il regno delle stelle è sempre stato considerato il regno degli esseri divini, eterni.
Le tradizioni folcloristiche attribuiscono alle stelle cadenti il significato dell'anima che scende sulla terra e rende possibile la nascita di un bambino.
In Cina e all'epoca dell'Impero Romano, gli astrologi, alla morte di un personaggio importante, cercavano nel cielo una nuova stella.
Ritenevano infatti che l'anima morente tornasse in cielo e ridiventasse una stella.
Nei rituali degli antichi Egizi la preghiera suonava: "Fa che io diventi una delle stelle eterne che ruotano attorno al Polo Nord".
La meta del defunto era di diventare una delle stelle che non tramontano mai.
La stella simboleggiava la parte della personalità che sopravviveva alla morte e che dopo la morte accompagnava il Dio Sole nei cieli come una stella intramontabile.
La stella perciò ha a che fare con l'eternità dell'unicità della personalità.
Una nuova stella voleva dire che da qualche parte qualcuno (un imperatore, un grande condottiero o una personalità che avrebbe cambiato il destino del dell'umanità) era giunto sulla terra (come per il simbolo della stella di Betlemme).
La Stella rappresenta l'anima immortale dell'uomo e che in Egitto, per esempio, la parte dell'uomo che sopravvive alla morte è l'anima Ba, raffigurata sottoforma di stella.
Essa è il nucleo eterno della psiche umana e ha sempre rappresentato l'uomo unico, eterno, che alberga nel nostro interno.
Seguire la propria stella significa isolarsi, non sapere dove si va, dover scoprire per sé stessi una strada completamente nuova invece di procedere lungo il sentiero già tracciato che tutti gli altri seguono.

Per questa ragione gli uomini hanno sempre avuto la tendenza a proiettare l'unicità e la grandiosità del proprio essere interiore su personalità esterne, asservendosi ad esse, divenendone i devoti servitori, ammiratori, emuli; diventare il discepolo o il seguace di un guru o di un profeta; farsi attrarre da un personaggio che riveste una carica ufficiale e spendere la propria esistenza nell'ammirazione altrui.
Tutto questo è ben più facile che seguire la propria stella.
Le adolescenti di tutto il mondo tendono a volersi vestire come le stelle del cinema, ad acconciarsi allo stesso modo.
L'attrice famosa rappresenta la loro stella, il loro ideale.. e per questa ragione tendono ad imitarla. Lo stesso accade per i divi di sesso maschile; i ragazzi li imitano.
Le stelle del cinema (ai giorni nostri della TV) rappresentano l'ideale.
Se si proietta la propria stella su un altro, cioè il proprio Sé su una persona veramente saggia e superiore possiamo imparare moltissimo.
Qui sta il segreto di molte cure miracolose: il Sé viene proiettato sulla personalità del guaritore e grazie all'immensa fascinazione e alla fede provate per lui qualsiasi disturbo psicologico o psicosomatico scompare.
La proiezione può perciò servire da veicolo per la guarigione dell'individuo.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia,  succede che questa fascinazione si riveli negativa e conduca a un'infantile rinuncia di sé stessi con conseguente totale prostrazione di fronte all'altro.
Le persone vittime di questo tipo di proiezione sono spesso eccessivamente fanatiche nella loro ammirazione.
La proiezione li esime dal fare essi stessi uno sforzo.
Questo tipo di proiezione può condurre all'annichilimento della personalità.
In Estremo Oriente esistono maestri che sonl ben consapevoli dei pericoli della dipendenza infantile e non accettano la proiezione; piuttosto, rimandano i novizi e i discepoli al loro compito interiore.
"Ti insegnano a non splendere, e tu splendi, invece..."
Pierpaolo Pasolini
Tratto da "Il mondo dei sogni " di Marie Louise von Franz

venerdì 18 settembre 2015

Caduta e morte come simboli onirici

Caduta
'Cadere' è un tema molto ricorrente nei sogni.
Si tratta di un impatto sconvolgente con la realtà.
Se si sogna di cadere, significa che da qualche parte si è troppo in alto.
Forse il sognatore ha un'opinione troppo alta di sé;  o coltiva idee romantiche, irreali; oppure vive in un mondo fatto di finzioni e teorie.
Da qualche parte non è in contatto con la realtà.
I sogni di cadute improvvise incominciano di solito con la delusione profonda, esterna, di chi si trova all'improvviso faccia a faccia con la realtà nuda e cruda.

Morte
Quando il sognatore 'muore' o viene ucciso in sogno significa che l'attuale atteggiamento dell'Io deve cambiare.
Essere giustiziati ad esempio per decapitazione annuncia molto chiaramente che la testa doveva cadere, che un certo atteggiamento intellettuale doveva essere sacrificato.
L'uccisione da arma da fuoco, cioè colpiti da un proiettile significa che c'è bisogno di una scossa per svegliarsi.
La morte del sognatore in sogno si riferisce a un totale e radicale cambiamento, che non risparmia nulla della vecchia personalità o del vecchio modo di agire.
Quando si sogna di essere assassinati o giustiziati, o uccisi da un'arma da fuoco, o impiccati, o qualsiasi altra morte si voglia, il significato è quello di cambiamento radicale che sta per sopraggiungere.
Tratto da "Il mondo dei sogni" di Marie Louise von Franz

mercoledì 16 settembre 2015

Il gatto e il cane come simboli onirici


Gatto
Nell'Antico Egitto il gatto era considerato un animale divino.
Gli Egizi veneravano una gatta come dea della musica, della sessualità, del piacere per la vita, della fertilità femminile che inonda la vita.
Bastet era la dea gatto...
Il gatto, al contrario del cane, non vende mai la propria anima all'uomo.
E' dotato di una certa riservatezza egocentrica. Il messaggio che lancia è: "Ti concedo di accarezzarmi e di servirmi", ma non diventa mai schiavo.
Se viene provocato, si limita a girare le spalle e ad andarsene.
Nei sogni delle donne il gatto rappresenta spesso l'immagine di qualcosa di femminile, indipendente, sicuro: proprio ciò che, così di frequente, manca alla donnadi oggi.
Per questa ragione la dea gatta compare nei sogni delle donne come modello positivo di comportamento femminile.
Non è brutale, non mette in mostra alcun carattere maschile; è femminile e, allo stesso tempo, molto ferma, identica a se stessa.
Il gatto può non essere amabile, ma è sincero con se stesso.

Cane
Lo zoologo Konrad Lorenz ha affermato che addomesticare un cane e farne un compagno ha rappresentato per l'uomo la conquista più grande, e la migliore.
Fra tutti gli animali, il cane, è quello che maggiormente si è adattato all'uomo.
Rispetto al gatto, è molto più addomesticabile.
Ha veramente rinunciato al suo modo di vivere, lo ha sacrificato per diventare il compagno dell'uomo.
Nell'antichità il cane fu probabilmente scelto per la sua abilità di cacciatore. Era essenziale quando gli uomini vivevano di caccia. Più tardi fu utilizzato dai pastori per proteggere e mantenere unito il gregge. Quindi ci si servì del cane come guardia, che proteggeva l'uomo dai pericoli.
Il cane, perciò, è diventato l'aiutante prediletto dell'uomo. Di conseguenza proiettiamo su di lui il compagno, il migliore amico, lo psicopompo.
Nei sogni moderni il cane rappresenta spesso la natura istintiva. Rappresenta il fiuto istintivo, l'intuizione, che la nostra mente computerizzata ha attenuato.
I cani hanno, dal punto di vista simbolico, uno strano rapporto con il mondo dell'aldilà, con la terra dei morti, la terra degli spiriti, la terra da cui provengono i sogni e che chiamiamo inconscio.
Tale rapporto scaturisce dalla loro natura istintiva. In quasi tutte le religioni del mondo, il cane guida i morti nell'altro mondo.
La più famosa figura di cane-guida dei morti nell'oltretomba è il dio egizio Anubis, che aveva la testa di sciacallo.
Non esiste alcuna differenza fra l'inconscio e la terra dei morti. Ciò che la maggior parte delle mitologie descrive come terra dei morti corrisponde a ciò che noi chiamiamo inconscio.
Quindi possiamo affermare che il cane è l'unica guida autentica al mondo dell'aldilà.
Per quanto riguarda il mondo dei sogni è il dio guida dell'inconscio, perchè è il guardiano delle anime. Protegge l'anima di chi lo sogna e lo guida attraverso l'oscurità dell'ignoto.
Tratto da "Il mondo dei sogni" di Marie Louise von Franz

lunedì 14 settembre 2015

Luoghi sacri


Quella dell'esistenza sulla terra di luoghi deputati alla comunicazione con le divinità superiori o inferiori è una delle credenze più antiche dell'umanità.
Un abisso oscuro o un buco nel terreno, per esempio, venivano considerati dalle tribù primitive come l'ingresso al mondo dell'aldilà, dove comunicare con gli dèi degli inferi.
È il luogo in cui scompaiono i morti o da dove si elevano le anime dei bambini, e così via.
Altri luoghi invece, specialmente le vette delle montagne, sono quelli dove avviene la comunicazione privilegiata con gli dèi celesti.
Si pensi per esempio a Mosè e al Sinai. In cima alla montagna si è  più vicini, per così dire, agli dèi celesti.
In Grecia tutti gli dèi e le dee vivevano sulle alte montagne. Nei paesi pianeggianti essi, in assenza di monti, vivono in altri luoghi particolari.
Noi proiettiamo l'anima su un paesaggio.
Nel mondo esiste una completa geografia dell'anima.
Ciascuna nazione, ciascuna civiltà possiede una geografia di questo tipo.
Ciascuno ha un posto nel quale comunicare con gli dèi superiori e uno nel quale comunicare con gli dèi inferiori; un luogo popolato dagli spiriti del bene e uno dagli spiriti del male.
È  come se la psiche inconscia dell'uomo originario si diffondesse per l'intero paesaggio.
Vi sono poi luoghi che addirittura ci fanno rabbrividire.
I romani credevano anch'essi che ogni luogo fosse dotato di uno spirito, chiamato genius loci.
Ancora oggi attraversando un paesaggio in uno stato d'animo aperto e disponibile, si noterà che vi sono luoghi in cui ci si sente bene, in cui ci si vorrebbe fermare; mentre in altri si prova disagio e si desidera andarsene al più presto.
Anche gli animali domestici hanno posti dove preferiscono accucciarsi e altri in  cui non vanno anche se noi possiamo pensare che sianopiù  adatti a loro.
Gli animali si sentono psicologicamente a loro agio in certi posti e in altri no... Non vi è  un motivo razionale. Ciascuno di noi ha il suo angolo preferito, un luogo sacro in cui, da un punto di vista psicologico, l'anima può aprirsi all'influenza divina.
Vedi anche:
"Casa"
Tratto da "Il mondo dei sogni " di Marie Louise von Franz 

venerdì 11 settembre 2015

"Wang" il Re-Pontefice


Dal momento che gli antichi sovrani non desideravano nulla il mondo era nell'abbondanza; essi non agivano e tutte le cose si modificavano secondo la norma; restavano sprofondati nella loro meditazione e il popolo si manteneva nell'ordine più perfetto:
"Per colui che si unisce all'Unità tutto prospera; a colui che non ha alcun interesse proprio anche i genii sono sottomessi"

Il Wang è effettivamente il Re, nel senso proprio della parola, ma è in pari tempo anche qualcos'altro come risulta dal simbolo stesso del carattere wang composto da tre tratti orizzontali che raffigurano rispettivamente il Cielo, l'Uomo e la Terra uniti da un tratto verticale nel loro mezzo.
La funzione del Re è quella di unire il Cielo e la Terra.
Propriamente tale caratteristica designa perciò l'Uomo in quanto termine mediano della Grande Triade, l'Uomo specifiacmente considerato nel suo ruolo di "mediatore" più precisamente come "uomo primordiale" e come "Uomo Universale" perchè il tratto verticale altro non è se non l'asse che unisce effettivamente fra loro tutti gli stati di esistenza, mentre il centro in cui si situa l'"uomo primordiale" si riferisce a un solo stato, lo stato individuale umano.
Il Wang è essenzialmente l'"Uomo Universale" e colui che lo rappresenta e che ne adempie la funzione dovrebbe essere, almeno in teoria, un "uomo trascendente", ossia dovrebbe aver realizzato il fine ultimo dei "grandi misteri" in quanto egli dovrebbe identificarsi con la "Via Centrale" o "Via di Mezzo".
Avendo sviluppato tutte le proprie possibilità sia in senso verticale che in senso orizzontale egli è perciò il "Signore dei tre mondi", Ermete che viene rappresentato come "re" e "pontefice" insieme veniva chiamato trimegistos o "tre volte grandissimo"; possiamo accostare anche il "tre volte potente"in uso nei "gradi di perfezione" della Massoneria scozzese e che propriamente implica la delega di un potere da esercitarsi nei tre mondi.
E' inoltre, rispetto al mondo umano in particolare, l'"Uomo Unico" che sintetizza in sè ed esprime integralmente l'"Umanità" (intesa sia come natura specifica dal punto di vista cosmico, sia come collettività degli uomini dal punto di vista sociale), Umanità che a sua volta sintetizza in se i "diecimila esseri", vale a dire la totalità degli esseri di questo mondo.
Egli è "regolatore" sia dell'ordine cosmico che di quello sociale; e quando assolve la funzione di mediatore in realtà, sono tutti gli uomini ad assolverla nella sua persona.
In Cina solo il Wang poteva compiere i riti pubblici corrispondenti a tale funzione e in particolare offrire il sacrificio al Cielo che costituisce il modello stesso di questi riti.
Il Wang si identifica con l'asse verticale, chiamato anche "Via Regale" (Wang-Tao), ma d'altra parte questo asse medesimo è anche la "Via del Cielo" (Tien-Tao) quindi la "Via Regale" è identica alla "Via del Cielo" e il Wang è tale solo se possiede il "mandato dal Cielo" (Tien-ming), il termine ming mandato è omofono a quello di "luce" e anche a termini come "nome" e "destino".
Il "mandato del Cielo" può essere ricevuto direttamente solo dal fondatore di una dinastia, il quale poi lo trasmette ai suoi successori; ma se si verifica una degenerazione tale per cui questi finiscono per perderlo per mancanza di "qualificazione", questa dinastia deve avere termine ed essere sostituita da un'altra: in tal modo, nell'esistenza di ogni dinastia vi è un cammino discendente che, al suo grado di localizzazione nel tempo e nello spazio, corrisponde in certo modo a quello dei grandi cicli dell'umanità terrestre.
Il Wang appare propriamente come il Pontefix nel senso rigorosamente etimologico della parola, ora l'asse è il ponte che collega la Terra al Cielo oppure gli stati umani agli stati sopra-individuali o il mondo sensibile al mondo sopra-sensibile, esso deve essere essenzialmente verticale.
In virtù con questa identificazione egli è sia "colui che fa il ponte" sia "il ponte" stesso e questo ponte per mezzo del quale si attua la comunicazione  con gli stati superiori e attraverso questi con il Principio stesso, può essere veramente costruito solo da chi vi si identifichi in maniera effettiva.
Egli diviene il "canale" attraverso il quale gli influssi del Cielo discendono sulla Terra, influssi spirituali che hanno un duplice movimento alterno, ascendente e discendente, al quale corrisponde, nell'ordine inferiore degli influssi psichici e sottili, la duplice corrente della forza cosmica, come dice Yi-king "La Via del Cielo è yin con Yang" i due aspetti complementari sono indissolubilmente uniti nel centro;
 mentre nell'ambito psichico che si trova più lontano dall'ordine principiale, la differenziazione dello yin e dello yang determina la produzione di due correnti distinte rappresentate da simboli, correnti che si siyuano dulla "destra" e sulla "sinitra" della "Via di Mezzo".

"Quando un intero gruppo proietta colletivamente Il Sé su un individuo nascono le monarchie e le dittature. I re di tutti i Paesi, fino al capo di una qualsiasi tribù primitiva, sono portatori del simbolo del Sé.
Proiettare il simbolo vivente del Sé è un bisogno radicato nell'uomo. Per questa ragione un re deve essere molto virtuoso e generoso; deve dar prova di possedere qualità superiori"
Marie Louise von Franz 
Tratto da "La Grande Triade" di R. Guenon



mercoledì 9 settembre 2015

Il lato oscuro e i sogni


Per Jung gli eventi profondi, come le visioni o i sogni, erano la realtà. Si trattava di una realtà tanto reale quanto quella esterna che definiamo tale.
La maggior parte delle persone sostiene di non ricordare i propri sogni...per quale motivo la gente non ricorda i propri sogni?
Io penso che non prestino attenzione....
"Sognerò?" Il solo fatto di porsi questa domanda fa scaturire il sogno.
Non mi è  mai capitato di incontrare nessuno che non sogni, tranne forse persone in presa a una fortissima depressione, affette da quella che io chiamo 'stipsi da sogno'.
Non sognano molto e, appena iniziano a sognare, si sentono spesso molto meglio.
Anche nelle persone molto anziane i sogni si diradano,  per ricomparire poco prima della della morte.
Fra i tanti sogni inintelligibili ve ne sono ogni tanto alcuni che chiunque è in grado di capire immediatamente.
Tra l'altro l'inconscio è  un gran giocherellone e, qualche volta, è molto diretto: mentre si scrive il sogno, bang! Si scoppia in una risata e se ne comprende il senso.
La maggior parte dei nostri sogni però  non è ovvia.
Di solito i sogni mirano ai nostri lati oscuri, non ci danno informazioni su ciò che già conosciamo, bensì su ciò che ignoriamo.
Il problema nell'interpretazione dei propri sogni sta nel fatto che non è possibile guardarsi le spalle. Se mostriamo la schiena a un altro, questo potrà  guardarla, noi no.
E i sogni puntano a quello che sta dietro le spalle, a quello che non si vede.
Ecco la difficoltà, la causa di molti errori.
Ci rendiamo conto oggi che il mondo dei sogni è quanto di più benefico esista sulla terra; porsi in contatto con i propri sogni è perciò la cosa più sana che si possa fare.
Il mondo dei sogni può tuttavia divorare un individuo, farne un sognatore a occhi aperti, condurlo a fantasie nevrotiche o a caccia di idee non realistiche.
Il mondo dei sogni risulta benefico e risanatore solo se riusciamo a dialogare con esso rimanendo tuttavia in contatto con la vita reale.
Non bisogna mai dimenticare di vivere; i doveri della vita reale non vanno trascurati.
Se cominciamo a ignorare la vita esterna (corpo, alimentazione, lavoro), il mondo dei sogni diventa pericoloso.
Questo aspetto pericoloso del mondo onirico si chiama 'inconscio divorante', ovvero 'madre divorante'.
Può arrivare a risucchiare la realtà e a condurci a uno stato di irrealtà nevrotica, addirittura psicotica.
Il mondo dei sogni risulta positivo soltanto quando entra in un dialogo vivo ed equilibrato con una vita vissuta, vissuta davvero.
Tratto da "Il mondo dei sogni" di Marie-Louise von Franz

lunedì 7 settembre 2015

L'essere, l'ambiente e l'interconnessione


Nella natura individuale di ogni essere vi sono due elementi di ordine diverso che è opportuno distinguere chiaramente:
La natura individuale procede in primo luogo da ciò che l'essere è in sé stesso (lato interno attivo), e in secondo luogo dall'insieme degli influssi dell'ambiente in cui esso si manifesta (lato esterno passivo).
Possiamo servirci di una rappresentazione geometrica che corrisponde al raggio luminoso e al suo piano di riflessione con il primo elemento al senso verticale e il secondo al senso orizzontale.
La verticale rappresenta ciò che unisce fra loro tutti gli stati di manifestazione di un medesimo essere, e che rappresenta l'espressione dell'essere stesso o, se vogliamo, della sua "personalità", la diretta proiezione mediante la quale essa si riflette in tutti gli stati, mentre il piano orizzontale rappresenterà l'ambito di un certo stato di manifestazione, qui inteso in senso "macrocosmico". La manifestazione dell'essere in tale stato sarà determinata dall'intersezione della verticale e considerata con questo piano orizzontale.
In altri termini potremmo dire che è l'essere, per sua natura, a determinare le condizioni della propria manifestazione, ma con un limite: dal momento che la sua manifestazione deve necessariamente costituire uno sviluppo di possibilità contenute in tale stato, a esclusione di quelle che appartengono ad altri stati, questo limite è indicato geometricamente dal piano orizzontale. L'essere si manifesterà dunque rivestendosi di elementi desunti dall'ambiente, elementi la cui "cristallizzazione" sarà determinata dall'azione operata su tale ambiente dalla sua natura interna;
Nel caso dello stato individuale umano questi elementi appartengono naturalmente sia all'ordine corporeo che all'ordine sottile psichico.
Per esempio in termini di "eredità" potremmo dire che esiste non soltanto un'eredità fisiologica ma anche una psichica.
In Occidente taluni si rifiutano di ammettere l'eredità psichica perché, non conoscendo nulla che vada oltre l'ambito individuale, e pensano che l'essere sia determinato solo da sé stesso.
Altri ammettono questa eredità ma credono di poter concludere che l'essere, in tutto ciò che esso è, sia interamente determinato dall'ambiente e che sia ciò che l'ambiente lo fa essere.
Entrambi riducono l'intero essere alla sua sola manifestazione individuale e ignorano ogni principio trascendente rispetto ad essa.
Alla base di tutte le concezioni moderne dell'essere umano sta sempre l'idea della dualità cartesiana "corpo-anima" che equivale a quella fisiologico psichico.
Sull'eredità dobbiamo dire che essa non esprime integralmente gli influssi dell'ambiente sull'individuo ma ne costituisce solo la parte più immediatamente percepibile; in realtà questo influssi si propagano molto più in là, si propagano indefinitamente in tutte le direzioni, infatti l'ambiente cosmico (ambito della manifestazione) può essere concepito soltanto come un insieme le cui siano tutte legate fra loro, senza soluzione di continuità, perché concepirlo diversamente significherebbe presupporvi un vuoto.
Di conseguenza debbono necessariamente esservi relazioni, cioè reciproche azioni e reazioni, fra tutti gli esseri individuali manifestati in tale ambito, che ciò avvenga simultaneamente o successivamente.
Dal momento che in un'intima analisi la posizione dell'essere nell'ambiente è determinata dalla sua peculiare natura, gli elementi ch'esso desume dal suo ambiente più prossimo, e anche quelli che in qualche modo esso attira a sé da tutto l'insieme indefinito del suo ambito di manifestazione debbono necessariamente trovarsi in corrispondenza con tale natura (cioè qualcosa di ordine puramente interno), altrimenti esso non potrebbe assimilarseli in modo da farne quasi altrettante modificazioni secondarie di sé stesso.
In ciò consiste l'"affinità" in virtù della quale l'essere assume dall'ambiente solo quanto è conforme alle possibilità che esso porta in sé, che gli sono proprie e non appartengono a nessun altro essere, solo quanto, fornirà le condizioni contingenti che consentiranno a tali possibilità di svilupparsi o di "attualizzarsi" nel corso della sua manifestazione individuale.
Ogni relazione tra due esseri qualsiasi, per essere reale, deve per forza essere l'espressione di qualcosa che appartenga alla natura di entrambi; così, l'influsso che un essere sembra subire dal di fuori e ricevere da altri, quando lo si esamina da un punto di vista più profondo in verità è solo una specie di traduzione di una possibilità inerente alla peculiare natura di quest'essere medesimo.
Tratto da "La Grande Triade" di R. Guenon

venerdì 4 settembre 2015

I simboli... il linguaggio dell'inconscio


I sogni sono stati definiti 'la via regia' verso l'inconscio.
I simboli sono il linguaggio dei sogni.
Nei sogni, l'inconscio si esprime attraverso i simboli.
La chiave  per la comprensione del sogno è  la conoscenza del simbolo.

L'uomo usa la parola parlata o scritta per esprimere il significato di quello che vuole comunicare. Il suo linguaggio è pieno di simboli, ma egli stesso fa uso anche di segni o di immagini che non sono descrittivi in senso stretto.
Alcuni sono semplici abbreviazioni o successioni di iniziali, come ONU, UNICEF ecc... altri sono familiari marchi di fabbrica, nomi di specialità medicinali,emblemi o insegne.
Sebbene siano in se stessi privi di significato ne hanno  acquistato uno riconoscibile attraverso l'uso comune o per un intento convenzionale.
Essi sono segni e non hanno altro compito che quello di denotare gli oggetti a cui sono riferiti.
Ciò che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può essere familiare nella nostra vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale.
Esso implica qualcosa di vago, di sconosciuto o inaccessibile per noi...
...perciò una parola o un'immagine è  simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato, quando rinvia a un senso più ampio, 'inconscio', che non è mai definito con precisione e compiutamente spiegato.
Né si può sperare di definirlo o spiegarlo.
Poiché ci sono innumerevoli cose che oltrepassano l'orizzonte della comprensione umana, noi ricorriamo costantemente all'uso di termini simbolici per rappresentare concetti che ci è  impossibile definire o comprendere completamente. 


Questa è una delle ragioni per cui tutte le religioni impiegano un linguaggio simbolico o delle immagini.
Tuttavia questo uso consapevole dei simboli è soltanto un aspetto di un fatto psicologicamente di grande importanza: anche l'uomo produce simboli incosciamente e spontaneamente sotto forma di sogni.
Tratto da "Il mondo dei Sogni" di M.L.von Franz

mercoledì 2 settembre 2015

Ming-tang il Tempio della Luce




L'Impero cinese costituiva nel suo insieme un' immagine dell'Universo ma un'immagine analoga doveva trovarsi nel luogo centrale ove risiedeva l'Imperatore, si trattava del Ming-tang che alcuni sinologi hanno chiamato la "Casa del Calendario" mentre il suo nome in realtà significa alla lettera "Tempio della Luce".
E' lecito accostare il senso del nome Ming-tang al significato incluso nella parola "Loggia": di qui l'espressione massonica di "luogo illuminatissimo e regolarissimo", esse sono entrambe immagini del Cosmo considerato come l'ambito o il campo di manifestazione della Luce.
Il Ming-tang è raffigurato nei locali di iniziazione della Tien-houei uno dei principali motti di quest'ultima era "Distruggere l'oscurità (tsing), restaurare la luce (ming)", allo stesso modo dei Maestri Massoni che devono lavorare a "diffondere la luce e riunire ciò che è sparso"
(l'applicazione che ne è stata fatta in tempi moderni per "omofonia" rappresenta soltanto un fine contingente e temporaneo assegnato ad alcune "emanazioni"esterne di queste organizzazioni, "emanazioni" destinate a lavorare nell'ambito delle attività sociali e politiche).
Il carattere ming è composto dai due caratteri che rappresentano il Sole e la Luna; esprime così la luce nella sua manifestazione totale, nelle due modalità diretta e riflessa insieme, perchè anche se la luce in se stessa è essenzialmente yang, per manifestarsi deve rivestire, come tutte le cose, due aspetti complementari che sono yin e yang; la tradizione estremo-orientale chiama Sole e Luna anche "occhio del giorno" e "occhio della notte", nell'ambito della manifestazione lo yang non è mai senza yin e viceversa.

La pianta del Ming-tang era conforme a quella del "quadrato magico"e comprendeva 9; il Ming-tang invece di essere dei quadrati perfetti, furono dei rettangoli più o meno allungati e il rapporto fra i loro lati variava secondo le diverse dinastie.
il Ming-tang aveva 12 aperture sull'esterno, 3 su ciascuno dei 4 lati, in modo che, mentre le sale di mezzo avevano soltanto una apertura, quelle d'angolo ne avevano 2 ciscuna; e queste 12 aperture corrispondevano ai 12 mesi dell'anno; quelle della facciata orientale ai 3 mesiprimaverili, quelle della facciata meridionale ai 3 mesi estivi, quelle della facciata occidentale ai 3 mesi autunnali e quelle della facciata settentrionale ai 3 mesi invernali.
Le 12 aperture formavano quindi lo Zodiaco, tale disposizione quadrata rappresentava una priezione terrestre dello Zodiaco celeste disposto circolarmente, in tal modo corrispondevano esattamente alle 12 porte della "Gerusalemme celeste", quest'ultima che inoltre è sia il "Centro del Mondo" sia un'immagine dell'Universo sotto il duplice aspetto spaziale e temporale.
Nel corso del ciclo dell'anno l'Imperatore compiva nel Ming-tang una circumambulazione in senso "solare" arrestandosi successivamente in 12 stazioni corrispondenti alle 12 aperture e da esse promulgava le ordinanze (yue-ling) adatte ai 12 mesi: in tal modo si identificava successivamente con i 12 soliche sono i 12 aditya della tradizione indù e anche i 12 frutti dell'Albero della Vita nel simbolismo apocalittico.
La circumambulazione si effettuava sempre con il ritorno al centro il quale indicava il punto di mezzo dell'anno che era situato nell'equinozio d'autunno quando l'anno cominciava nell'equinozio di primavera come in genere avvenne nella tradioze estremo-orientale.
Secondo il simbolismo estremo-orientale il Sole dopo un percorso di un periodo ciclico (un giorno, un mese, un anno) torna a riposarsi sul suo albero che come l'"Albero della Vita" posto al centro del "Paradiso terrestre" e della "Gerusalemme celeste" è una figura dell'"Asse del Mondo".
L'Imperatore appariva propriamente come il "regolatore" dell'ordine cosmico stesso e ciò presuppone l'unione il lui o per mezzo di lui, degli influssi celesti e terrestri i quali corrispondono rispettivamente anche alle determinazioni temporali e spaziali messe in diretto rapporto le une con le altre dalla costruzione del Ming-tang.
Tratto da " La Grande Triade" di R.Guenon
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