martedì 18 giugno 2013

Wotan l'archetipo del "vento impetuoso"


Si può parlare di un archetipo Wotan che in qualità di fattore psichico autonomo, produce, effetti collettivi, delineando così un’immagine della sua propria natura.
Wotan ha una sua particolare biologia, separata dalla natura del singolo, che solo di quando in quando è afferrato dall’irresistibile influsso di quel fattore inconscio;
nei periodi di calma, invece, l’archetipo Wotan è inconscio come un’epilessia latente.
Tali tuttavia sono gli effetti  sorprendenti del dio del vento, che soffia dove vuole e del quale non si sa da dove venga né dove vada, che afferra tutto quello che incontra sul suo cammino e abbatte tutto quello che non ha radici.
Quando soffia il vento, ciò che è esternamente e internamente malsicuro, vacilla.
Ninck descrive Wotan quale guerriero furioso, dio delle tempeste e viandante, lottatore, dio del desiderio e dell’amore, signore dei morti, signore degli Einherjer (eroi morti abitanti nel Walhalla), l’iniziato, l’incantatore, il dio dei poeti. Anche la sua mitica corte, le Valchirie e le Fylgje (spiriti accompagnatori sottoforma di animali), sono prese in considerazione in quanto comprese nel significato fatale di Wotan.
La provenienza del nome di Wotan è molto istruttiva; essa mostra come quel dio incarni tanto il lato impulsivo-emotivo dell’inconscio, quanto quello intuitivo-ispiratore, e sia da un lato dio dell’ira e della frenesia, dall’altro un esperto dei caratteri runici e annunciatore del destino.
Per quanto Wotan sia stato identificato dai romanzi con Mercurio, nessun dio romano o greco corrisponde alle sue caratteristiche.
Con Mercurio ha in comune la vita errabonda;
con Plutone e anche con Crono, l’imperio sui morti;
la frenesia lo lega a Dionisio, soprattutto per la sua forma mantica;
con Hermes, dio ellenistico della rivelazione che, come pnèuma e nous, sta a significare vento. Come Pomandres, pastore degli uomini, Hermes è un dio che afferra gli uomini.
In tutti i casi Wotan il dio germanico rappresenta una totalità a un livello primitivo, una situazione psichica nella quale la volontà dell’uomo si identifica con quella del dio che lo teneva completamente in suo potere.
Wotan non diede mai segni d’invecchiamento; sparì semplicemente, a modo suo, quando i tempi furono contrari e rimase invisibile per più di un millennio, operando anonimamente e indirettamente.
Gli Archetipi somigliano a letti di fiumi abbandonati dall’acqua, che può farvi ritorno in un momento più o meno lontano.
La vita delle nazioni, delle società è come un fiume impetuoso che nessuno domina; o che comunque, non può mai dominare un uomo, ma Colui che è sempre stato più forte degli uomini.
Perciò alcuni avvenimenti passano da un vicolo cieco ad un altro, come torrenti che si insinuano per burroni meandri e paludi, dove non è più il singolo a muoversi ma la massa, il controllo umano viene meno e gli Archetipi cominciano ad operare.
Wotan non dovrebbe manifestare soltanto il suo carattere inquietante, prepotente e tempestoso, ma anche l’altra faccia del tutto diversa, estatica e mantica.
Il risveglio di Wotan è un regresso un ritorno al passato; il fiume per un ingorgo ha fatto irruzione nel suo antico letto. Ma l’ingorgo non dura per sempre, l’acqua prima o poi sormonta l’ostacolo.
Allora diventa palese quel che Wotan “mormora” alla testa di Mimir;

“Già la sorgente ribolle : la cima dell’albero dell’universo
Rosseggia al suono del corno ritronante
Che Heimbold tiene alzato a chiamare le schiere.
L’albero trema, ma resta ancora eretto
Mentre frusciano le foglie finchè Loge si svincola.
Selvaggio urla il cane davanti all’abisso infernale
Finchè strappa la catena allo sfrontato corsiero.
Dall’oriente avanza un gigante munito di scudo:
Allora il verme del mondo si erge irato contro Joten:
Egli percuote le onde gridando i nibbi,
Bramosi di cadaveri, perché Nagelfar, la barca dei morti, si è liberata.
Dall’oriente attraverso il mare, quando si avvicinano i figli di Muspil,
Guida Loge la chiglia fuggente;
Il fratello della tormenta porta lungo la strada il lupo e la sua figliata.
(dalla Volospà ; uno dei poemi più importanti della raccolta detta l’Edda, in cui è narrata la nascita, la vita e morte d’un mondo, e l’avvento d’un mondo nuovo).

 Jung associa questo archetipo specifico all’avvento del nazismo di Hitler;
parlando del popolo germanico:
“Se ci permettessimo di accollare a Dio o agli dei anziché all'uomo, la responsabilità degli eventi storici, allora Wotan farebbe proprio al caso dei periodi come ad esempio il nazismo hitleriano. Oso perfino avanzare l'eretica affermazione che il vecchio Wotan, col suo carattere abissale, insondabile, spiega il nazionalsocislismo più di qualsiasi altra umana spiegazione razionale. Forse possiamo designare questo fenomeno generale come Ergriffenheit, cioè possibilità di essere afferrato, posseduto. Questo termine presuppone un afferrato, posseduto e uno che afferra, che possiede e Wotan è uno che possiede gli uomini, i furibondi "Berserker". Potrebbe tutto ciò passare per una parabola ma poiché gli dei sono indubbiamente personificazioni di forze psichiche, è una presunzione dell'intelletto l'affermare sia la loro esistenza metafisica che la loro pura invenzione. Le "forze psichiche" non hanno certamente a che fare con la coscienza. La nostra mania di spiegare tutto razionalmente trova una base sufficiente nel timore metafisico. Le forze psichiche hanno piuttosto a che fare con l'anima inconscia.”

“Wotan è una caratteristica basilare della psiche tedesca, un “fattore” psichico di natura irrazionale, un ciclone che livella e travolge le zone di alta pressione culturale.

"La razza germanica, l’essenza nazionale, il sangue e il suolo, i canti dei wagalaweia, le cavalcate delle valchirie, Gesù trasformato in biondo eroe dagli occhi celesti, la madre greca di san Paolo, il diavolo come un  Alberico internazionale in edizione giudea e massonica, la nordica luce polare segno di civiltà, l’inferiorità delle razze mediterranee, ecco lo scenario su cui. In fondo, tutto ha lo stesso significato: la possibilità dei tedeschi di essere afferrati-posseduti da un dio: sicchè la loro casa è riempita da un vento selvaggio.”

Parlando di Hitler:
“Quello che colpisce maggiormente nel fenomeno tedesco è proprio il fatto che un uomo evidentemente posseduto, possegga a tal senso l’intera nazione che tutto si mette in movimento, comincia ad avanzare e inevitabilmente anche a sdrucciolare pericolosamente.”

Jung cerca di “spiegare” in un certo senso una parte di storia violenta come l’antisemitismo in chiave psichica, con l’avvento di questo archetipo impetuoso e di distruzione che si oppone nella sua natura al Dio cristiano che invece  è l’archetipo del Salvatore per  eccellenza con la figura del Cristo sceso sulla terra per redimere i nostri peccati.

“La figura di Aasvero, sorta nel Medioevo, quella che assunse la parte del viandante senza pace; si tratta di una saga cristiana non giudea: il motivo del viandante che non ha accettato Cristo fu proiettata sugli ebrei (così di solito ritroviamo negli altri i nostri contenuti diventati inconsci).

In tutti i casi la coincidenza dell’antisemitismo con il risveglio di Wotan è una finezza psicologica che forse vale la pena di ricordare.”

 Personalmente credo che Wotan non sia mai andato via anzi nei tempi moderni ha affinato le sue caratteristiche più mercuriali meno dionisiache, ma comunque Archetipo di un elitè che esercita un “antisemitismo” su tutta l’umanità, ma con infima pazienza e intelligenza, utilizzando la biotecnologia come arma principale.

Da vento impetuoso, Wotan si  trasforma in una brezza ingannatrice …

....e per concludere, Wotan si risveglia a livello popolare, tutte le volte che vediamo le masse inferocite, tutte le volte che in uno stadio vi sono scontri tra chi si definisce "tifoso", tutte le volte che ci sono manifestazioni violente e sanguinose che si "confondono" con e per ideali giusti, tutte le volte che una festa si trasforma in tragedia.... Tutte le volte che si attiva un'area del cervello chiamata "rettiliana", dalla sua forma evocante un anfibio, la parte più primitiva e sanguinosa dell'uomo esce fuori e si rivolta contro i suoi stessi simili come a "difendere" la propria vita... Come una lotta per la sopravvivenza. ..."Armi" psicotroniche atte al risveglio di questi istinti tramite lo stimolo del subliminale?....
 
Dal libro "La dimensione psichica" C. Jung

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