lunedì 2 settembre 2013

L’ACQUA



I Templi di culti passati spesso venivano generati su fonti di acqua sorgiva, nate sui Pozzi druidici.
Questo perché si entrava in contatto con queste sorgenti, con queste acque; il più intimo contatto con la Maria sotterranea che rende l’uomo terso cristallino e vergine.
Non è nuovo il fatto che all’ingresso di un tempio fossero previste le abluzioni, che permettevano di togliere all’iniziato, mediante la capacità magnetica dell’acqua e la collaborazione vigile del purificando, tutte le impurità che l’iniziato aveva raccolto inevitabilmente durante il vivere quotidiano.
H2O Acqua; la formula chimica di una molecola d’acqua due atomi di idrogeno e un di ossigeno.
L’alchimia madre-padre della chimica, conferma questa composizione che completa con un’aggiunta: il fuoco.
Cioè nella molecola dell’acqua, oltre alle due componenti atomiche, c’è una terza cosa il fuoco.
Che vuol dire?
Che l’acqua è animata da una sostanza ignea , che può essere paragonata allo “spirito”, che in essa dimora patentemente e, quando viene attivata da questo quid, essa si mostra come acqua ardente, alchemicamente si intende il raggiungimento dell’equilibrio maximo, perché l’acqua è matrimonializzata dal fuoco.
Ecco perché glia antichi davano una cosi forte importanza alle sorgenti, alla loro vitalità, alla loro potenza energetica e perché su ognuna di esse o nelle vicinanze,  erigevano dei luoghi di culto.
Tra l’altro tutte le sacre architetture gotiche, vennero costruite su pozzi druidici già preesistenti: aree sacro-sacerdotali di religioni celtico-ariane.
La forza nascente dalle acque è idealizzata dai greci con Afrodite e dai romani con la Venere, e simboleggia la forza dell’Amor nascente.
E’ la forza dell’Amore, di quel fuoco (Fuoco Sacro), invisibile rispetto all’Idrogeno e all’Ossigeno di nostra signora molecola d’Acqua.
L’acqua che vediamo all’interno della terra ha una valenza ben precisa con le acque all’interno di noi, terra appunto, volendo usare il linguaggio dell’Arte alchemica.
Solo dalle nostre acque può nascere in noi quella Venere, o quella Maria che avvolta dagli abiti del nostro quotidiano travaglio urla, insentita , la sua verginità e la sua capacità di generare la divinità in noi.
Senza la verginità dell’acqua(Maria) nulla può nascere.
Se paragoniamo il nostro corpo emotivo all’acqua, sarà interessante vedere l’uso che faremo di quest’acqua, e i rapporti che intercorrono tra questo e quella: la quale acqua, per assonanza, potrà essere utile per curare le nostre malattie, intese come impedimento per la nostra ascesi, o realizzazioni di se stessi, o raggiungere, qui e ora, del Paradiso, o conquista dell’immortalità dell’anima, o ricongiunzione con Dio, dal quale ci dipartiamo per divenire una moltitudine.
Alla base l’acqua servirà per la purificazione, per ritornare perfetti come alle origini, ma con più coscienza della biblica caduta, vissuta alla fine solo come sogno.
In noi dovrebbe far sorgere una coscienza ideale, speciale, straordinaria, capace di attrarre a sé tutte le cose, capace di farci vivere qui e ora, e dentro soprattutto, quella fides , fiducia che ha fatto dire al Messia venuto:
“Tutto quello che domandate, abbiate fede di averlo ottenuto, e vi sarà accordato”
Un lavoro alla nostra portata, che possiamo tentare, è quello di assimilarci alla sostanza acqua, comportarci come l’acqua ( e in fondo non siamo già costituiti dal 70% di essa?).
Comportarci come l’acqua significa acquisire la capacità di adattarci ad ogni circostanza, ad ogni tipo di contenitore; tenendo presente che la forma è oltremodo rigida ed è molto difficile adattarsi ad essa.
Mi riferisco alla più o meno riconosciuta rigidità di noi stessi nei confronti della nostra interiorità;
“rigidità” che viene meno, se ci comportiamo come le acque.
Proviamo ad essere adattabili come l’acqua in ogni momento del nostro vivere, forse qui risiede il pensiero dell’accettazione.
Uno stralcio dal Libro dei Mutamenti  (I Ching), testo sacro e sapiente della Tradizione cinese:
“L’acqua scorre ininterrottamente e arriva a meta… Così il nobile incede in durevole virtù ed esercita l’arte dell’insegnante….
L’acqua è durevole nel suo correre; così il nobile è durevole nella sua virtù…”
Rendendo questa frase nostra: “Scorriamo ininterrottamente per arrivare alla meta e, possiamo essere sempre durevoli nelle nostre virtù…”
Fonte “Roma segreta e pagana” di C. Monachesi

In alchimia uno degli arcana più frequenti e più importanti è la cosidetta acqua permanens, che secondo l’unanime testimonianza dell’alchimia più antica e più recente, è un aspetto di Mercurio.
Di questa “acqua divina” ci parla Zosimo:
“Questo è il grande e divino mistero, ciò che è cercato. Esso è infatti il Tutto. E da esso il Tutto e attraverso di esso è il Tutto. Due nature, un’essenza. Ma una (essenza) attira l’una. E l’una domina sull’una. E’ l’acqua argentea, maschile e femminile, che sempre fugge… essa infatti non è dominata. Essa è il Tutto in tutte le cose. Essa ha la vita e spirito ed è distruttiva.”
L’acqua è tanto l’arcanum dell’alchimia quanto il Mercurius, il Lapis, il filius philosophorum  ecc.
Essa è come questi, un’immagine di totalità e, come vediamo dalla citazione di Zosimo , l’acqua era già tale nell’alchimia greca del III secolo d.C.
 Il testo sotto questo aspetto non lascia dubbi: l’acqua è il Tutto.
E’ l’hydrargyrum , l’argento vivo, non però l’argento vivo comune, che l’alchimia latina distingueva come Mercurius crudus  dal Mercurius non vulgi.
In Zosimo l’argento vivo e spirito.
L’alchimia intesa come processo psichico codificato con proiezioni è la chiave per capire cosa intende Zosimo nella sua opera:
Il Tutto di Zosimo è un microcosmo, il tutto o l’intero nella più piccola particella di materia, e si trova perciò in ogni  cosa animata e inanimata. Poiché il microcosmo è identico al macrocosmo, l’uno attrae l’altro, così che si produce una sorta di apocatastasi, una reintegrazione di tutti gli individui nell’unità originaria.
Così che il piccolo uomo, il singolo, diventa il “grande uomo”, l’homo maximus o l’Anthropos, ossia il Sé.
L’equivalente morale della trasmutazione fisica in oro è l’autocoscienza.
“Calma il tuo corpo e addomestica le tue passioni, e comportandoti così, chiamerai a te il divino, e in verità il divino che è ovunque verrà a te.
Ma se tu conoscerai te stesso, allora tu conoscerai il Dio, che veramente è uno.”
Fonte “L’albero filosofico” C.G.Jung

L’acqua è vita
L’acqua è esempio di delicatezza e forza al tempo stesso
L’acqua è nutrimento
L’acqua ci cura grazie alla sua memoria, e E.Bach ha intuito che essa poteva "registrare"  le caratteristiche vitali dei fiori per riequilibrare i nostri squilibri energetici dell’anima che conducono alle malattie…
L’acqua è in noi, la rigidità è un’illusione, noi siamo per il 70% acqua.....
Dovremmo imparare molto dall'acqua, il suo adattarsi, la sua flessibilità, il suo essere limpida e cristallina...

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